Programma

Il Loto si propone come espressione politica di armonia tra pensiero, parola ed azione da tradurre in concreti obiettivi e riforme istituzionali che esprimano i valori umani di verità, rettitudine, pace, amore e non violenza in un approccio moderno e riformista nella vita sociale e politica.
Il nostro programma è pensato da persone semplici che si impegnano ad affrontare tematiche complesse con un linguaggio comprensibile.
Il nostro è un chiaro impegno alle riforme partendo da noi stessi per giungere non solo a un miglioramento della vita sociale, ma a una reale evoluzione verso il raggiungimento della completa espressione delle potenzialità positive della persona all’interno di sé stessa e nella società.
Questo programma non è un collettore di parole o promesse, questi ideali sono il nostro respiro e la nostra vita quotidiana, un programma politico e un’avventura istituzionale che diviene opportunità di condivisione.
Questa è la nostra sfida e il nostro progetto, il coraggio e l’umiltà di una scelta: IL Loto.

L’ istruzione

Obiettivi Generali:

– Ridare centralità al sistema educativo nazionale assicurando all’istruzione maggiori finanziamenti;
– Ridefinire il concetto di educazione integrandolo con la formazione ai valori umani;
– Formazione del corpo docente e valorizzazione del sistema premiale delle competenze degli insegnanti;
– Ridurre la dispersione scolastica;
– Cura dell’apprendimento del singolo individuo attraverso il giusto rapporto tra corpo docente ed alunni;
– Incentivazione dell’edilizia scolastica.

Azioni:

– Garantire copertura finanziaria alla ristrutturazione del sistema scolastico;
– Introduzione del programma educativo ai valori umani nel sistema scolastico italiano;
– Creazione di moduli formativi specifici per insegnanti per l’apprendimento della metodologia di insegnamento dei valori umani, nei moduli specifici e nelle materie didattiche;
– Definizione di un sistema economico premiale in aggiunta allo stipendio per insegnanti che dimostrino la loro competenza e formazione continua;
– Riduzione del numero degli alunni per classe (massimo 20/22);
– Sostegno all’edilizia scolastica (ristrutturazioni e nuove costruzioni).

Per il Loto assume un significato determinante e preponderante la formazione dell’individuo, la sua preparazione a dare il meglio di sé stesso come componente centrale e costruttiva della società. Lo scopo deve essere quello di formare i giovani, fin dall’infanzia, a concepire la vita non come un luogo di conflitti ed odi, ma un luogo in cui crescere armonizzandosi prima con sé stessi e poi con tutto ciò che esiste intorno. Uscire dal concetto di concorrenza per abbracciare un concetto di mutualità e reciprocità.

Riteniamo pertanto fondamentale ed essenziale nel nostro impegno, lavorare per una riforma ed un’integrazione del sistema scolastico in modo che lo stesso abbia a prevedere anche una formazione interiore del bambino e del giovane, rafforzando nello stesso la fiducia e i valori umani fondamentali che saranno la guida a cui potrà ancorarsi in ogni campo della vita. Introdurre nelle scuole l’insegnamento della meditazione e dello yoga che aiutano ad educare le emozioni e la mente e portare equilibrio all’individuo.

Educare, attraverso percorsi interdisciplinari, alla valorizzazione delle diversità, alle pari opportunità e alla gestione delle emozioni. Percorsi di crescita della consapevolezza personale, del proprio valore e del valore dell’altro per contrastare i fenomeni di bullismo, di bullismo multimediale, di violenza di genere e razziali. Per fare ciò devono essere garantiti alla scuola i giusti finanziamenti, fermando nella politica i tagli lineari che ad oggi vengono applicati.

I VALORI UMANI: MODULO DI APPRENDIMENTO SCOLASTICO

In molte nazioni vi sono istituti di istruzione ove l’educazione scolastica è stata integrata da tempo con un programma di educazione ai valori umani (verità, rettitudine, pace, amore, non violenza) che prepara il giovane adulto a diventare un cittadino calmo, onesto ed affidabile, vedendo nella società non soltanto l’ambiente dove raggiungere affermazione personale e successo economico ma anche l’ambiente ove offrire le proprie competenze al servizio del miglioramento degli standard di vita collettivi.
L’apprendimento e l’esperienza dei valori umani, produrrà sicuramente una società rispettosa dell’individuo e dei Diritti Umani individuali e collettivi.
Quanto queste argomentazioni siano sentite dalla collettività politica internazionale è dimostrato tra l’altro, (oltre che dalle migliaia di scuole che nel mondo hanno già introdotto metodologie di insegnamento e strumenti pedagogici inerenti i valori umani) anche dal fatto che già dal 1997 l’Educazione ai Diritti Umani è area prioritaria del Consiglio d’Europa.
Inoltre, anche le Nazioni Unite, nella loro 59 esima sessione del 10 Dicembre 2004, hanno adottato una risoluzione che invita tutti gli Stati Membri ad introdurre nei curriculum scolastici l’educazione ai diritti umani a partire dal 2005.

I valori umani sono la radice dei diritti e dei doveri individuali, il rispetto dei Diritti Umani passa attraverso la conoscenza e l’educazione ai valori umani che, nella nostra società attuale sono stati spesso sacrificati al fine dell’affermazione e della sopraffazione dell’uno sull’altro. Noi riteniamo che il primo valore da riconoscere sia l’unità nella diversità.

Il Loto ritiene che il vero investimento per il progresso collettivo in una società democratica ed accogliente, sia l’investimento indirizzato sull’individuo, sulla sua fiducia in sé stesso, sul rispetto dell’altro, sull’esercizio di comprensione e autocontrollo di sé, sul valore del servizio alla società e al prossimo.

L’introduzione del programma educativo ai valori umani nel sistema scolastico italiano è uno degli obiettivi principali che Il Loto si pone nel breve periodo, un programma che sviluppa la fiducia in sé stesso del bambino, la sua capacità di autocontrollo e lo prepara ad un consapevole confronto con gli altri e con i problemi della società.

Sarà quindi importante integrare il programma scolastico culturale e scientifico, con moduli dedicati alla conoscenza di sé (meditazione, yoga, riflessione su sé stessi, cura di sé, corretta alimentazione, conoscenza ed espressione delle emozioni). Lo studente dovrà potersi rendere conto dell’importanza di un pensare sano, di un parlare sano, di un agire sano, laddove sano significa ad esempio veritiero, umile, misurato, responsabile, non violento, amorevole…in una parola: consapevole. Questi moduli di insegnamento aiutano a sviluppare l’armonia e l’equilibrio interiori, qualità indispensabili alla crescita reale dell’individuo.

L’ora di religione
Il Loto ritiene che l’ora di religione debba essere ridefinita Ora di Studio delle Religioni e delle filosofie spirituali nel mondo da rendere di nuovo materia di studio importante con contenuti assai diversi rispetto al passato.
Infatti, l’ora di studio delle religioni e delle filosofie spirituali nel mondo, darebbe ai giovani studenti una conoscenza delle numerose realtà religiose e credenze spirituali delle varie culture (rispettando il credo individuale ed anche le famiglie eventualmente non credenti) con cui lo studente deve di fatto confrontarsi nella nuova società multietnica, multireligiosa e multirazziale in cui vive.
Andranno studiate e valorizzate le vite dei grandi Maestri e dei Santi, quali incarnazioni dei valori umani in azione e modello di riferimento ideale per i giovani.
Si tratta quindi di un momento di conoscenza dell’altro, del compagno di scuola, del futuro compagno di lavoro, della persona che si incontra per la strada e che a volte, troppo frettolosamente, viene inserita in qualche categoria prestabilita, non viene rispettata e verso la quale si reagisce in modo non appropriato anziché interagire in modo costruttivo.

SUPPORTO E FORMAZIONE DEL CORPO DOCENTE e VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA PREMIALE:

Formazione:
Fondamentale è il ruolo del corpo insegnante che, attraverso appositi corsi di formazione (la cui frequentazione dovrà essere resa obbligatoria) saranno preparati a condurre le lezioni del programma educativo ai valori umani e ad integrare l’insegnamento delle materie tradizionali con riferimenti ai valori umani.

Anche per gli insegnanti e la professione stessa dell’insegnamento, si tratterà di una concreta rivalutazione e approfondimento per recuperare quel ruolo di guida, anche umana, fondamentale per la crescita e lo sviluppo della personalità dello studente.
Infatti, insegnare all’umanità in crescita non è un lavoro come tutti gli altri, è un compito delicato e importantissimo che necessita di grande competenza, ma anche grande umanità e l’aderenza con quei valori che si vogliono rendere patrimonio dei giovani.

Un apposito comitato permanente di studio per l’integrazione del sistema educativo ai valori umani nei programmi scolastici tradizionali, andrà attivato presso il Ministero dell’ Istruzione al fine di garantire il coordinamento dei programmi e l’invio delle necessarie informazioni di supporto.
Gli studenti, attraverso circoli di studio, esercitazioni, giochi e attività artistiche, potranno imparare il valore della verità, dell’energia della parola, dell’importanza della coerenza tra pensieri, parole ed azioni a beneficio della loro vita quotidiana.
Gli insegnanti dovranno essere formati inoltre all’utilizzo delle nuove tecnologie che dovranno divenire di uso quotidiano nell’insegnamento. Dovranno formarsi sui temi dell’alimentazione sana, l’educazione ambientale, ma soprattutto dovranno essere sostenuti nell’apprendimento di metodologie legate al lavoro in team, al cooperative learning e alle nuove metodologie che vanno oltre la mera lezione frontale.

Sostegno al corpo docente e sistema premiale:

– Avviare programmi di assunzione di docenti commisurati al fabbisogno delle scuole;
– Assunzione di dirigenti scolastici eliminando le reggenze;
– Ripristinare le supplenze brevi (attivarle dopo i due giorni di assenza del docente);
– Aumenti stipendiali: introduzione di un sistema premiale che valorizzi la competenza maturata dal docente e la sua volontà di attuare un percorso di formazione continua;
– Semplificazione delle modalità di presentazione delle domande ai fondi europei per progetti didattici.

RIDUZIONE DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA

Il fenomeno della dispersione scolastica in Italia, ossia l’abbandono della scuola prima del raggiungimento dell’obbligo di frequenza scolastico, è purtroppo ancora un dato rilevante che ha impatto sia sul livello culturale della cittadinanza, che sui costi da un punto di vista economico e sociale.

E’ indispensabile procedere, con la massima solerzia, ad attuare interventi al fine di allinearsi agli obiettivi fissati dalla strategia Europea 2020 che prevede un tasso massimo di dispersione del 10%. L’Italia oggi si attesta intorno al 14,7 % con distribuzioni percentuali molto differenti da una regione all’altra.

Le azioni di intervento su tale fenomeno si concretizzano in due direzioni distinte. Da un lato vi è la necessità di incrementare l’estensione territoriale degli istituti scolastici, sia nelle zone più disagiate che in quelle meno dense di popolazione. Dall’altro è la caratteristica stessa del sistema scolastico attuale, estremamente concorrenziale ed escludente, che tende ad escludere i ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento, sociali o famigliari. Tali soggetti per essere integrati necessitano di un maggiore accompagnamento sia interno alla scuola con tutoraggi da parte di alunni più capaci che esterni con strutture qualificate a fornire sostegno psicologico e sociale.

Azioni:

– Investimento nell’edilizia scolastica sia in termini di ristrutturazione che di costruzione di strutture adeguate.
La scuola è di fatto una seconda casa dei giovani e come tale anche la struttura deve essere pulita, decorosa ed accogliente, con spazi per il relax, sale polifunzionali che si possano mettere a disposizione dei ragazzi anche dopo il consueto orario delle lezioni, per fini artistici, culturali, aggregativi, di meditazione e riflessione. Le nostre strutture sono inadeguate e spesso fatiscenti, e nel contempo molte strutture nuove vengono abbandonate per ragioni incomprensibili e con enorme spreco di denaro pubblico. Secondo i dati dell’anagrafe dell’edilizia scolastica il 50% degli istituti scolastici risale a prima del 1971, hanno dunque un’età media di 40 anni!

– Favorire nella scuola il lavoro in cooperazione tra gli alunni, sostenendo la metodologia del tutoraggio tra compagni di scuola (il più capace aiuta quelli più in difficoltà) correlato all’acquisizione di crediti formativi.

Riduzione del numero di alunni per classe portandoli ad un massimo di 20/22.
Questo permetterà che ogni alunno venga seguito con maggiore attenzione creando anche dei percorsi di apprendimento individualizzati.

Eliminazione dell’attuale sistema di valutazione dell’apprendimento degli alunni detto “INVALSI” (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione) al fine di modificare il modello concorrenziale tra alunni e scuole che tende sempre ad escludere i più deboli. E’ fondamentale rivedere le finalità, la natura e il ruolo di tale sistema di valutazione a favore di metodologie basate sull’acquisizione delle competenze acquisite, tenendo conto delle abilità trasversali acquisite dagli alunni.

Il ruolo della donna nella società contemporanea

– La donna come madre-lavoratrice
> Sostenere un cambiamento culturale che valorizzi il ruolo della  madre-lavoratrice
> Favorire la costituzione di asili nido aziendali e/o contribuire alla spesa per il pagamento degli asili con assegni fissi mensili fino al terzo anno di età del bambino
> Creazione di forme di lavoro agevolato per il reinserimento post-maternità
> Agevolazioni fiscali per aziende che assumano lavoratrici con bambini sotto i tre anni
> Parificazione delle retribuzioni tra uomo e donna
 >Favorire la parità di genere nella Governance degli enti pubblici e in tutte le società private

– La donna come educatrice
– La lotta ad ogni forma di violenza sulle donne, fisica e psicologica
– Finanziamento dei centri antiviolenza e dei centri protetti per le vittime della tratta

La donna come madre-lavoratrice

Il ruolo della donna lavoratrice e nel contempo madre e primo maestro di vita del figlio, è per sua natura estremamente impegnativo e faticoso e, nonostante i vari interventi legislativi, comunque positivi, (ad esempio la L.53 del 2000 e il successivo Testo Unico dlgs n.151 del 2001, in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità) non riceve adeguato supporto e sostegno al fine di permettere il giusto equilibrio tra gli interessi professionali e quelli prettamente personali della madre.
Diverse nazioni europee hanno legislazioni più elastiche e agevolative del ruolo materno, oltre che della famiglia, basta pensare al modello francese e al modello tedesco. Non è un caso che l’Italia abbia un tasso di natalità tra i più bassi dei paesi europei.
Da noi le discriminazioni sono ancora un fatto reale, spesso maternità significa ancora perdita del lavoro, impossibilità di assunzione o, nella migliore delle ipotesi (dato che soprattutto al sud del paese esistono purtroppo ancora i licenziamenti in tronco a causa di una gravidanza) si perviene a un allontanamento protetto e retribuito per lunghi periodi dal posto di lavoro con conseguente marginalizzazione delle competenze professionali e dell’esperienza specifica maturata.
Ciò ha un doppio ordine di conseguenze, sia di ordine lavorativo che di ordine umano.
Infatti l’esclusione anche solo momentanea dal lavoro, implica immediatamente una riduzione delle competenze e una difficoltà al successivo reinserimento nel mondo del lavoro stesso. Tutto ciò ha ovviamente una ricaduta sulla percezione positiva di sé da parte della donna, avviando processi di frustrazione che ricadono inevitabilmente sull’intero clima famigliare, portando conflitti e favorendo divisioni.
Per innescare il cambiamento di tale oggettiva situazione, vi sono azioni legislative pratiche attuabili, ma vi è anche un grande lavoro culturale da avviare nell’ambito educativo a partire dalle scuole primarie dove il ruolo della madre e madre-lavoratrice venga rivalorizzato e ricompreso per il suo grande sforzo e valore. Spesso nell’immaginario del bambino è giustificata l’assenza del padre dalle questioni famigliari perché “lavora” mentre la presenza della madre è data per scontata. Bisogna aiutare i giovani a vedere e riconoscere l’immenso sforzo che nasce dalla conciliazione della cura famigliare con l’impegno professionale. Vedere è la base per dare valore, dando valore si dà riconoscimento ed equilibrio nella famiglia. Per fare ciò è indispensabile agire sul piano culturale reimmettendo forme di pensiero che comprendano e valorizzino tale agire a partire, come detto, dall’educazione dell’infanzia, ma anche attraverso i media e la cultura del lavoro premiando attivamente con detassazioni le aziende che favoriscono le azioni di conciliazione dei tempi famiglia-lavoro dando dimostrazione di comprendere l’importanza di valorizzare l’individuo nella sua interezza ( lavoratore, madre, padre, figlio) con le sue responsabilità in tutte le varie sfere. E’ solo quando la persona viene riconosciuta interamente per ciò che è in sé stessa e nella sua complessa rete di relazioni, che può esprimere appieno il suo potenziale professionale e creativo. Solo dall’unità nasce il ben-essere, la volontà di esprimere e la voglia di dare di più nel lavoro.

Dal punto di vista delle azioni normative:
– noi riteniamo che, la donna-madre debba essere aiutata a mantenere il rapporto costante con il mondo del lavoro attraverso l’incentivazione alla costituzione dei nidi o micro nidi aziendali, anche alla luce delle agevolazioni fiscali introdotte negli ultimi anni in favore delle aziende (ad esempio l’art.70 della finanziaria 2002 ossia la L.448/2001) ma con una maggiore semplificazione e valorizzazione delle strutture interne alle aziende con riduzione dei tempi e delle liste di attesa e ulteriore incremento delle agevolazioni fiscali alle aziende che decidano di impegnarsi in questo campo.
Copertura dei costi dei servizi (asili o baby sitter) tramite l’erogazione di un assegno alla famiglia con entrambi i genitori lavoratori (con redditi bassi) di € 450,00 mensili fino al terzo anno di età per ciascun figlio.
– Incentivare la creazione di asili pubblici o il sostegno alle micro strutture aziendali o delle cooperative sociali.
– Concessione di forme di “lavoro agile” o agevolato al rientro del periodo della maternità al fine di favorire la conciliazione delle esigenze del bambino appena nato.
– Creare incentivi alle aziende che favoriscano non solo il mantenimento di posti di lavoro ma anche l’assunzione di lavoratrici con bambini sotto i 3 anni di età offrendo loro un funzionale e interno nido aziendale.

Solo se il paese stesso si cura e avvalora il ruolo della donna congiuntamente come lavoratrice e madre si può pensare ad un incremento delle nascite e contemporaneamente ad un innalzamento della società. I due elementi sono, ai giorni nostri inscindibili uno dall’altro, se si vuole incrementare le nascite bisogna accompagnare e favorire la donna ad interagire con equilibrio ed equanimità nei due mondi: professionale e famigliare.

Parificazione delle retribuzioni

Pari diritti e doveri implicano anche equità e parità nelle retribuzioni salariali. Ad oggi si assiste ancora a troppo divario nelle retribuzioni femminili e maschili nonché alle possibilità di carriera. Risulta quindi indispensabile costituire degli organismi di sorveglianza che tengano monitorato il dato del valore salariale nelle imprese medio grandi.

Favorire la parità di genere nella Governance degli enti pubblici e in tutte le società private

Al fine di avviare un reale cambio di mentalità nella società civile è indispensabile sostenere e favorire l’accesso delle donne nelle governance aziendali (consigli di amministrazione di aziende pubbliche e private). Per quanto concerne gli enti pubblici e le sue partecipate rendere obbligatorio il rispetto della presenza del 50% delle donne nella governance (C.d.A). Per le società private, incentivare il rispetto di tale quota di partecipazione negli organi decisionali attraverso l’uso di sgravi fiscali.

La donna come educatrice

Oltre al mantenimento del proprio ruolo lavorativo e sociale, per la donna-madre (anche lavoratrice casalinga) si presentano molteplici difficoltà di carattere personale e di confronto con il ruolo di educatore e primo maestro di vita del bambino.
Proponiamo di favorire la creazione di club delle madri (attraverso un recupero delle strutture inattive nei territori comunali e a integrazione e miglioramento dei centri diurni per madri in difficoltà) per giovani madri come momenti di socializzazione e integrazione culturale dove insieme ai figli le madri possano creare una nuova rete sociale tra persone che vivono emozioni, difficoltà e fasi quantomeno simili.
In tali centri si dovrebbe introdurre la presenza di sportelli di sostegno psicologico, pediatrico e di supporto alla creatività, alla conoscenza culturale e all’espressione artistica.

Lotta ad ogni forma di violenza sulla donna

Il Loto abborrisce ogni forma di violenza ed in primis la violenza sulle donne, sia che si tratti di violenza fisica che di violenza psicologica. In questi anni la sensibilità del legislatore riguardo a tale tema è aumentata, ma non ancora nella misura adeguata a proteggere la donna e disincentivare reati nei suoi confronti sia fisici (percosse) che sessuali fino al femminicidio. Proponiamo dunque di introdurre, dal punto di vista normativo, il reato autonomo di violenza di genere e di femminicidio normandolo con pene molto severe.

Sempre in tema di violenza di genere, il loto ritiene fondamentale sostenere finanziariamente i centri antiviolenza e i centri protetti già esistenti e favorirne la creazione sul territorio italiano in modo da sostenere tutte le donne bisognose di aiuto, ma anche le vittime, sempre purtroppo più frequenti, della tratta delle donne. A tal fine sarà fondamentale sostenere la loro formazione ed il successivo reinserimento nel mondo del lavoro collocandole nelle categorie protette previste dalla legge 381/91.

La famiglia
>Sostegno alla famiglia come comunità sociale fondata sull’amore attraverso finanziamenti a fondo perduto fino al terzo anno di età del bambino
 >Agevolazioni sulle locazioni e sull’acquisto prima casa
 >Il loto sostiene il pari diritto e dovere di tutte le forme di famiglia
 >Favorire la costituzione di un tribunale con competenze specifiche in ambito famigliare

Un’altra delle priorità del Loto è il sostegno alla famiglia come comunità sociale fondata sull’amore e sulla collaborazione reciproca.

Abbiamo già detto e vogliamo ribadire, che la legislazione italiana non offre sufficienti garanzie ed agevolazioni alla vita famigliare, una famiglia francese per pari reddito, soffre circa metà del carico fiscale di una famiglia italiana e gode di numerosi contributi una tantum e periodici al mantenimento dei figli (oggi anche del terzo figlio).
Riteniamo che debba essere maggiormente sostenuta e incentivata la possibilità di creare nuove famiglie cui lo Stato si affianchi almeno per i primi anni attraverso agevolazioni e strumenti specifici.

Contributi per la locazione e l’acquisto prima casa

Pensiamo a incrementare le possibilità di concessione di mutui agevolati per l’acquisto della prima casa e per l’inizio di un’attività di impresa famigliare.

Alla famiglia al di sotto del reddito medio, andranno attribuiti contributi a fondo perduto per la locazione o l’acquisto della casa (in tal senso ad integrazione e specificazione di quanto applicato in alcune realtà territoriali locali) e la locazione dovrà essere un costo integralmente detraibile almeno per i primi 5 anni di matrimonio.

Contributi alla natalità

Pensiamo a contributi di natalità una tantum e assegni periodici regolari fino al terzo anno di età del bambino, con incidenza decrescente in base all’aumentare dell’età del figlio e alle possibilità per lo stesso di diventare autonomo e per il genitore di dedicarsi più attivamente al lavoro, sgravi fiscali con deducibilità di tutti i costi inerenti il mantenimento dei figli (la scuola, la sanità, almeno un corso sportivo o un corso artistico), detraibilità dei costi per una baby sitter e simili, fornitura gratuita dei libri di testo per le famiglie gravemente disagiate. Pensiamo a complessivi sgravi fiscali per la famiglia con possibilità di dedurre anche le spese per l’automobile famigliare, carburante, le polizze assicurative e le spese legali.

Pari diritto e dovere di tutte le forme di famiglia

La famiglia è un microcosmo fondamentale per l’armonia della società, un microcosmo che negli ultimi decenni ha assunto connotazioni più ampie rispetto al concetto storico tradizionale, passando dalla coppia marito-moglie con figli, alla coppia di fatto etero e omosessuale, sino addirittura alla considerazione della famiglia cosiddetta “monoparentale”.
E’ indubbio che nel nostro Paese (che si muove irrimediabilmente in ritardo rispetto non soltanto all’Europa), si sia parlato anche in modo estremamente fazioso e strumentale delle coppie di fatto; anche noi del Loto ne abbiamo discusso molto e siamo pervenuti ad una conclusione che ci rappresenta e rappresenta i valori fondamentali cui siamo ancorati.
E’ conclamata per noi la pari dignità e l’uguaglianza di ogni essere umano, un’uguaglianza che deve essere valorizzata proprio nella diversità di ognuno e nel rispetto delle diverse scelte di ognuno.

E’ evidente il ruolo centrale per l’umanità e per la società della famiglia composta da uomo e donna e dalla prole, prodromo della nostra stessa sopravvivenza come specie e nucleo insostituibile della società. Riteniamo non si possa e non si debba trascurare l’importanza assolutamente preminente della famiglia cosiddetta “tradizionale”, la quale non deve in nessun caso essere soggetto strumentale di polemica, la famiglia è prima di tutto una scelta che nobilita e responsabilizza l’individuo che è motivato a scegliere per tutta la sua vita e decide di assumere un vincolo non solo affettivo ma anche contrattuale assai complesso e che implica numerose conseguenze e rinunce di carattere personale per il bene di tutti i componenti della famiglia stessa. Riteniamo però che anche la convivenza more uxorio stabile e reale (etero od omosessuale), debba poter divenire soggetto effettivo di diritti e doveri. Chi, per propria insindacabile scelta, decida di convivere, per costruire un legame solido, costruttivo e palese verso l’ambiente che lo circonda, deve potersi sentire parte attiva della società, riceverne garanzie in termini di diritti ed essere identificato quale soggetto di doveri, sia nell’ambito della coppia che verso la società, in qualità di coppia.

Nei nostri intendimenti vi è quindi lo studio di una formula soddisfacente che garantisca alle coppie di fatto la necessaria tutela e dignità sociale, sia in termini pratici giuridici, che in termini di riconoscimento di un’identità sociale rispettata ed accettata, a fronte di una formalizzazione e stabilizzazione del vincolo che potrà anche essere criterio di una crescente soggettivizzazione giuridica con il decorrere del tempo.

Tribunale della famiglia

Va sottolineato che i diritti e le problematiche della famiglia, andrebbero discussi e regolamentati in modo unitario, rapido e con omogeneità di trattamento, per questo crediamo che l’attuale frammentazione delle competenze tra Tribunale per i Minorenni e Tribunale ordinario, comporti un aggravio di incombenze e problemi di coordinamento.
Desideriamo attivarci affinché ogni problematica della famiglia (ivi comprese separazioni, divorzi e problematiche legate alle coppie di fatto) possa essere discussa in un’unica sede secondo un modello di Tribunale della famiglia già applicato in altre nazioni europee (ad es. in Germania).

Dobbiamo fare in modo che la famiglia, quando sia costretta a rivolgersi alla giustizia, trovi interlocutori disponibili e specializzati nelle problematiche famigliari, riducendo il rischio di lungaggini decisionali ed errori spesso irrimediabili.

I giovani

Costruiamo con i giovani il futuro di domani perché sarà il loro presente!

Il Loto condivide pienamente le parole espresse dal Commissario responsabile degli affari per la gioventù nell’ambito del Consiglio Giovanile, tenutosi a Bruxelles il 23 Novembre 2000: “Non abbiamo intenzione di imporre ai giovani i programmi per la gioventù, ma di elaborarli insieme a loro. Vogliamo discutere con i giovani il futuro delle politiche che li riguardano”. I giovani sono risorse pieni ancora di entusiasmo e di creatività che va sollecitata alla crescita e all’espressione.
Cinque sono i principi fondamentali su cui si deve basare l’azione rivolta ai giovani: apertura, partecipazione, responsabilità, efficacia e coerenza.
Apertura: assicurare un’informazione e una comunicazione attiva nei confronti dei giovani, formulata nel loro linguaggio, per far sì che comprendano il funzionamento del sistema e delle politiche che li riguardano.
Partecipazione: assicurare la consultazione dei giovani e promuovere la loro partecipazione alle decisioni che li riguardano e, in linea generale, alla vita delle loro collettività.
Responsabilità: sviluppare una cooperazione nuova e strutturata tra il mondo dei giovani e le istituzioni onde attuare, al livello di responsabilità appropriato, soluzioni concrete in risposta alle aspirazioni dei giovani.
Efficacia: valorizzare la risorsa costituita dalla gioventù perché possa meglio rispondere alle sfide della società, contribuire al successo delle diverse politiche che la riguardano e costruire la società di domani.
Coerenza: sviluppare una visione integrata delle diverse politiche che riguardano la gioventù e dei diversi livelli d’intervento pertinenti.

Noi crediamo che i giovani siano una grandissima risorsa.

Le famiglie e i giovani studenti investono molto tempo ed energie anche economiche, per conseguire qualifiche professionali e titoli accademici. Purtroppo a ciò non consegue automaticamente l’ottenimento di un posto di lavoro adeguato e soddisfacente per i giovani che, anzi, frequentemente svolgono mansioni sottodimensionate, non riescono ad entrare in modo stabile nel mondo del lavoro e non hanno mezzi per impiegare la loro creatività e la loro imprenditorialità.

Bisogna dunque dare fiducia e sostegno ai giovani con azioni precise.
– In primis la formazione dei giovani:
– sostenere l’orientamento formativo degli studenti e delle loro famiglie
– sostenere le famiglie con redditi bassi attraverso lo strumento del credito
di imposta per la formazione, borse di studio integrali inclusive dell’aspetto
abitativo e della mobilità
– favorire i percorsi Erasmus e la professionalizzazione anche all’estero
– potenziare e migliorare il sistema di alternanza scuola-lavoro
– creare percorsi di crescita personali, legati alla stima in sé stessi, alla
gestione delle emozioni, alla crescita spirituale oltre che materiale

– Incentivare i giovani nella creazione di lavori autonomi o nuove start up aziendali.
Riteniamo che per i giovani debbano essere pensati strumenti, anche di tipo creditizio, meno standardizzati e più vicini alle esigenze del giovane adulto, che possano favorire la concretizzazione dei loro progetti.

Crediamo che sia possibile strutturare un’agevolazione finanziaria ad hoc (una sorta di microcredito giovanile), da concedersi a giovani (entro i 30 anni) che vogliano iniziare una loro attività artigianale, imprenditoriale o professionale.
Nel mondo sono in corso di applicazione modelli di credito diversi da quelli tradizionali estremamente rigidi e spesso fatali in caso di fluttuazioni negative tipiche delle attività in fase iniziale.
Un modello innovativo e flessibile che ha dato risultati straordinari è quello della Grameen Bank (che ora sta espandendosi anche negli USA), la cosiddetta banca dei poveri, verso la quale guardiamo con ammirazione per la sua capacità di favorire l’integrazione, il lavoro di gruppo, sostegno alle donne e miglioramento sociale complessivo.
Stiamo pensando a un modello creditizio a misura dei giovani che singolarmente o in gruppo abbiano a proporsi di iniziare un’attività imprenditoriale o, anche “solo” di costituire una famiglia, piccoli prestiti con programmi di gruppo e individualizzati che possano compensare con flessibilità dei momenti in cui per esigenze reali ed oggettive, non sia possibile tenere il passo con il piano di rientro.
Un contatto costante e riepiloghi della situazione a cadenza periodica (incontri frequenti con il consulente bancario che diviene un alleato, una figura familiare ed umana), una meritocrazia basata sull’effettivo rispetto delle condizioni contrattuali e che consenta di ottenere ulteriore credito, un rapporto con la banca che divenga momento di incontro e di sostegno del giovane impegnato a costruire il futuro suo, della sua famiglia e della società.

– Promuovere forme di lavoro innovativo e forme di lavoro flessibile soprattutto per le giovani donne

In questi anni le forme di lavoro sono divenute sempre più rigide e stringenti sia per le aziende che anche per i giovani che vogliono affacciarsi alle prime esperienze lavorative. Vogliamo dunque semplificare l’accesso e il mantenimento delle partite IVA per redditi fino a 50.000,00 euro annuali. Favorire l’esistenza di contratti flessibili fino all’età di 28 anni.

– Politiche per l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro attraverso sgravi per le aziende che assumono giovani o che facciano fare loro percorsi formativi strutturati ed efficaci. Pensiamo anche a degli spazi all’interno degli enti e delle aziende pubbliche, che possano costituire momento di apprendimento e primo guadagno del giovane ancora nella fase degli studi.

– Creazione di politiche che incentivino i giovani a restare nel loro paese investendovi la loro intelligenza e creatività (ridurre le fughe di cervelli all’estero).
Per far ciò bisognerà investire maggiormente nella ricerca finanziando dignitosamente le borse di studio dei nostri abili ricercatori. Bisognerà inoltre creare percorsi di avvicinamento aziendale per i neo laureati che troppo spesso non sanno approcciare le aziende del nostro territorio.

– Creazione di uno spazio televisivo gestito dai giovani. La gioventù è l’età delle aspirazioni e degli ideali, le positive aspirazioni e i consigli su numerosi argomenti, potrebbero arrivare da uno spazio televisivo autogestito da ragazzi al di sotto dei 30 anni (con la collaborazione delle principali emittenti). Opportunità di lavoro, consigli per le problematiche giovanili, opportunità di volontariato e servizio al prossimo e proposte di svago sano ed edificante. Un momento per i giovani divulgato dalla voce dei giovani, secondo un metodo e un linguaggio che rispetti la piena dignità della persona in crescita.

– Contributo all’affitto per giovani fino ai 30 anni al fine di favorire la loro indipendenza dalla famiglia di origine.

– Promuovere e sostenere le azioni di volontariato dei giovani. Esperienze dirette di volontariato in ambito nazionale (enti del terzo settore, case di riposo, ecc.) o internazionale sono fortemente formative per il carattere del giovane, facendolo diventare maggiormente empatico rispetto alle difficoltà altrui e più disponibile a spendere i suoi talenti per il benessere dell’intera collettività. Siamo convinti che la condivisione ci renda meno marginali, che la conoscenza della differenza ci renda meno soli.

– Il Loto pone la tutela e la difesa dei minori come scopo primario.

Teniamo a sottolineare il nostro fermo e risoluto impegno in tutela dei giovani e in particolare dei bambini e di tutte le forme di abuso (anche sessuale) in loro danno.
Esprimiamo una decisa condanna rispetto a ogni comportamento che sia prevaricazione e abuso dell’infanzia e della gioventù e riteniamo doveroso che vengano applicate maggiori tutele atte a contrastare la pedofilia, la pedopornografia e ogni forma di sfruttamento minorile.
La pedofilia, che letteralmente significa “affetto per i bambini”, non è solo una parola inquietante che nasconde uno dei più grandi orrori contemporanei, non è solo un disagio individuale o un’espressione di famiglie degradate, è una realtà organizzata che gode di veri e propri tour operator, organizzatori, venditori, strumenti telematici e di marketing e così via.
Si tratta di una grande industria della morte della dignità umana.

La gestione di un sito internet pedopornografico fa introitare al gestore decine di migliaia di euro al giorno, soldi che, perlopiù, vengono spesi con regolari carte di credito con transazioni ufficiali che scorrono nella rete delle banche tradizionali.
A fronte di un quadro che vede la maggior parte dei siti internet pedopornografici dislocati presso gestori di nazioni all’avanguardia nei controlli incrociati (Usa, Germania), rimane bassissima la soglia di punibilità e il blocco dei siti illegali.
L’extraterritorialità tipica di internet è uno dei fattori che rende necessaria la collaborazione tra Stati al fine di un’efficace repressione.
La legge 3 agosto 1998, n. 269 “Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di riduzione in schiavitù” ha introdotto alcune modifiche significative al codice penale, ed in particolare ha previsto la punibilità del cittadino italiano anche per il fatto commesso all’estero.
Siamo convinti però che si debba progettare un intervento legislativo più completo che preveda vigilanza continua ed effettiva su ogni contesto in cui il giovane e l’adulto si trovino ad interagire. Senza dimenticare che il pedofilo è un soggetto che soffre di una grave devianza, di un effettivo disturbo che possiamo chiamare “malattia” e che quindi, non è sufficiente prevedere la sua carcerazione senza pensare a una rieducazione, ad una cura e ad una effettiva riabilitazione.

Una nuova legge a tutela dei minori dovrà, secondo noi, essere una legge comprensiva di tutti gli aspetti che già si conoscono carenti, dovrà istituire sportelli e autorità garanti specializzate e dovrà alzare la soglia di punibilità (con rapidità) dei crimini commessi in danno dei minori.

Gli anziani nella società

 >Sostegno all’integrazione e allo scambio culturale intragenerazionale
 >Sostegno al social housing
 >Sostegno all’implementazione e diffusione dell’ “abitare sicuro”
 >Aumento delle pensioni minime per garantire il minimo vitale e buoni spesa

Un altro NOI che ci sta particolarmente a cuore è il nostro momento della terza età, quel momento in cui la forza prettamente fisica non ci sorregge forse più pienamente ma, il momento in cui la nostra maturità, consapevolezza e conoscenza della vita è al massimo della sua espressione.
Valore umano è dare valore a chi per la sua intera vita ha dato sé stesso agli altri, nel lavoro, nella famiglia, nella società. Portare rispetto e garantire un invecchiamento dignitoso è un dovere morale ineluttabile per uno stato che voglia definirsi civile.
La nostra società moderna, legata all’aspetto esteriore, al ruolo prettamente produttivo, tende ad emarginare e considerare un peso la terza età (pur con tutte le dovute eccezioni per i molti che si adoperano a favore degli anziani e soprattutto le numerose associazioni di volontariato) trascurando oltre all’aspetto umano ed affettivo, anche un dato di fatto oggettivo: il progressivo invecchiamento della nostra società occidentale, ove la riduzione del tasso di natalità aggiunta all’allungamento dell’aspettativa di vita, ha creato un progressivo innalzamento dell’età media della popolazione e dove, tra poco tempo, gli anziani saranno in larga maggioranza nella società (si dice che sino a poco tempo fa ogni nonno avesse 5 nipoti e oggi ogni nipote ha 5 nonni!).
E’ dunque un nostro preciso dovere da un lato, valorizzare il patrimonio di conoscenze di cui l’anziano è portatore e dall’altro attuare precise azioni al fine di garantirgli un invecchiamento dignitoso, senza che debbano mai mancare i beni di prima necessità, le medicine, ma anche sicuramente la compagnia ed il calore umano.

Sostegno al social housing
Noi crediamo che la persona anziana debba poter vivere nella propria casa con il supporto di tutti i sussidi necessari per la propria autonomia, ma nelle molte situazioni in cui ciò dovesse rivelarsi impraticabile (anche a causa di situazioni economiche o di salute disagiate), riteniamo possibile creare delle strutture “senior village o villaggio dell’anziano” ove l’anziano possa godere della sua autonomia abitativa pur facendo vita di comunità.
Nuclei quindi non soltanto abitativi ma in ampio senso residenziali, con servizi, teatri, palestre, sportelli di consulenza e soprattutto con spazi delegati a corsi, consulenze, momenti di formazione gratuiti per i giovani che potrebbero così fruire delle preziose conoscenze professionali o artigianali patrimonio dell’anziano.
Un’opportunità di scambio, collaborazione e lavoro per la persona anziana che potrebbe avere modo a sua volta di apprendere dai giovani ulteriori competenze o nozioni.
Ci riferiamo ad esempio alla possibilità di creare momenti di apprendimento informatico che servirebbero a colmare il grande gap tecnologico venutosi a creare tra le generazioni e che spesso è momento di allontanamento e incomprensione.

Va detto che non sarebbe verosimilmente necessario costruire nuove strutture, ove si tenga conto delle innumerevoli strutture abbandonate esistenti in molte regioni e che costituiscono grave spreco di risorse, tali strutture si possono recuperare e adattare ad una funzione socialmente edificante e soddisfacente per la collettività.
Il maggior problema della terza età, oltre alla non autosufficienza per motivi di salute, è sicuramente un diffuso sentimento di solitudine e una percezione di non interazione con la società circostante.
Il nostro impegno mira al coinvolgimento e al recupero della persona anziana, della sua memoria, della sua competenza, della sua umanità, in modo socialmente attivo, oltre l’età pensionabile, il lavoro al servizio della società è una risorsa sia per l’anziano che per il giovane. Per far ciò è importante promuovere, sostenere e premiare il volontariato attivo presso gli enti del terzo settore e le cooperative attive nei territori.
Sarà fondamentale creare ed incentivare luoghi di incontro diurno per le attività di socializzazione, ma anche aumentare i centri di ospitalità per coloro che non hanno più nessuno e non riescono ad andare avanti con una pensione minima. La dignità della persona va sempre garantita come un diritto imprescindibile.

Sostegno all’implementazione e diffusione dell’ “abitare sicuro”

I progetti di abitare sicuro riguardano l’implementazione delle nuove tecnologie all’interno degli spazi ove vivono persone anziane o non completamente autosufficienti. Le nuove tecnologie permettono di individuare potenziali pericoli, fughe di gas, fornelli accessi, fumi, ma anche eventuali cadute della persona, monitorandone i movimenti all’interno degli spazi, allertando chi di dovuto in caso di pericolo. Questo permetterebbe, per quanto concerne le case di cura o le case di riposo di aiutare gli infermieri nel monitoraggio notturno degli ospiti per garantire la sicurezza di tutti. Nelle abitazioni private darebbe un notevole aiuto e una notevole tranquillità a tutte quelle persone anziane o non autosufficienti che sono però costrette a vivere da sole. Il Loto ritiene fondamentale tutelare e sostenere le persone più deboli nelle loro fragilità, sarà dunque fondamentale promuovere e incentivare il diffondersi di tale progettualità, mettendola obbligatoria nelle strutture pubbliche e dando incentivi per quanto riguarda le private abitazioni.

Sostegno economico agli anziani con basso reddito

Non dimentichiamo comunque la cosiddetta “sindrome della quarta settimana”, quella di molti anziani che non riescono nemmeno più a fare la spesa dopo la terza settimana del mese, pensiamo sia necessario modificare gli importi delle pensioni minime al fine di garantire a ciascun anziano il minimo vitale. Possono inoltre essere erogati dei buoni spesa alle fasce di reddito più basse, garantendo nel contempo un incremento delle possibilità di assistenza domiciliare.
In alternativa ai buoni spesa favorire la creazione di mense per gli anziani dove garantire sempre a ciascuno di loro un pasto caldo.
Bisogna ricordarsi che la persona anziana non è più in grado di produrre reddito in maniera autonoma e che, come un bambino piccolo, dipende da ciò che riceve! E’ dunque un preciso dovere morale far in modo che ciascuno percepisca almeno il minimo necessario ad una vita dignitosa.

La religione

Il Loto crede nell’unità nella diversità, ciò non può prescindere dal rispetto per ogni credo religioso che porti gli esseri umani verso l’unione e il rispetto reciproco.
La fede è un fatto individuale, il comportamento verso gli altri, il rispetto delle leggi dello Stato, il rispetto dei valori umani e dei diritti umani, rendono la persona un buon cittadino.
Crediamo nell’ospitalità e nella tolleranza, una buona convivenza si basa su una reciprocità di rispetto e quindi crediamo sia giusto rispettare i costumi e le usanze della società in cui ci si trova, nella quale siamo ospiti, senza che il proprio credo diventi un mezzo di disarmonia.
La conoscenza delle reciproche culture religiose attraverso la rinnovata ora di religione scolastica, attraverso un’educazione aperta e sostenuta dai valori umani, renderà la convivenza più semplice tra le varie razze, culture e religioni. Riteniamo che nei luoghi di studio, così come nei luoghi di lavoro, possano prevedersi piccoli momenti individuali di raccoglimento, preghiera e/o meditazione, al fine di poter nutrire le esigenze dello spirito e non solo quelle del corpo.

Gli emarginati, i diversamente abili, i carcerati

 >Diffondere la cultura dell’accettazione della diversità, vedendo in ciascuno una risorsa e non un fardello
 >Favorire il reinserimento al lavoro delle fasce più deboli
 >Per i carcerati, adeguare le strutture esistenti e crearne di nuove con gli adeguati spazi per incrementare il lavoro in carcere e la formazione dei detenuti

E’ nostro specifico obiettivo contribuire alla creazione di una società integrante e non emarginante, ciò vale per ogni categoria che possa dirsi a qualsiasi titolo marginale o marginalizzata nella società.

Il disagio mentale, la situazione dei diversamente abili, l’emarginazione sociale derivante dalla carcerazione, non deve essere considerata semplicemente una difficoltà per la società ma, deve poter essere considerata una risorsa. In molti casi la persona diversamente abile ha un bagaglio di conoscenze, esperienze, competenze e creatività che tende a rimanere non condiviso con la società a causa di limiti nella comunicazione e nella condivisione. Barriere architettoniche, problemi di locomozione, problemi abitativi ed economici, indifferenza e mancanza di chance, privano l’individuo e la società di un’opportunità di arricchimento.
La politica di intervento in favore delle persone diversamente abili è ancora eccessivamente frazionata e grava troppo sull’associazionismo privato che peraltro svolge un lavoro straordinario e merita maggiore rispetto e agevolazioni.

Troppo spesso dimentichiamo che il disagio della malattia non grava solo sul malato ma è vissuto in termini di grande afflizione e fatica dalle famiglie che, frequentemente sole, si vedono impegnate a tempo pieno tra burocrazia, trasferimenti, cure, accessi negati e speranze deluse. Vogliamo sostenere le proposte concrete ed efficaci che creino maggiore coordinamento tra i servizi, il territorio e la persona (attivando maggiori possibilità di intervento sul territorio rispetto agli interventi vincolati alla struttura sanitaria), stiamo lavorando per proporre strumenti pratici di facilitazione, integrazione e rivalutazione delle condizioni emarginanti, desideriamo attivare un gruppo di studio permanente composto da operatori, persone diversamente abili e rappresentanti dell’associazionismo privato, al fine di coordinare le esigenze in concreti progetti, ricordando che tra i dati statistici emersi risulta che la donna affetta da una situazione di disabilità è ancora maggiormente discriminata rispetto all’uomo.

Favorire il reinserimento al lavoro delle fasce più deboli

Le istituzioni devono favorire l’inserimento o il reinserimento del disabile nella vita lavorativa, sensibilizzare ed informare, complessivamente “educare” la collettività all’accettazione della diversità e alla valorizzazione della diversità.

Al fine di favorire il reinserimento al lavoro due sono gli elementi importanti: revisionare ed allargare i criteri della legge 381/91 che prevede gli sgravi fiscali per alcune categorie di svantaggio. Tale legge risale al 1991, oggi l’evoluzione delle società ha evidenziato l’esistenza di altre fasce di persone svantaggiate che andrebbero inserite nella legge 381 al fine di favorirne l’occupazione e la conseguente uscita dal disagio. La categoria dei Sinti e dei Rom è sicuramente una categoria con molte difficoltà oggettive all’inserimento al lavoro, ma anche molte categorie di disagio psicologico quale la depressione, il bipolarismo ed altre sarebbero da inserire nelle fasce di aiuto.
Altro elemento fondamentale sarebbe modificare l’art. 5 della legge 381/91 che prevede la possibilità di esternalizzare direttamente a cooperative sociali incarichi di lavoro da parte della pubblica amministrazione, finalizzandoli all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Dare lavoro alle cooperative sociali significa creare direttamente possibilità occupazionali per persone svantaggiate. Andrebbe chiarificata la norma per renderla Realmente fruibile dai funzionari pubblici senza il timore di eventuali ricorsi al TAR.

Dobbiamo lavorare insieme per programmare un sociale uguale per tutti e pertanto sensibile alla diversità di ognuno.

I carcerati

Un’altra forma di emarginazione, per certi versi necessaria, è la carcerazione, anche se il fine rieducativo della pena rimane in maggior parte un’utopia e, al contrario, l’uscita dal carcere diviene emarginazione reale. Ad oggi, l’art.20 dell’Ordinamento penitenziario precisa che il lavoro penitenziario non ha carattere afflittivo ed è remunerato, in linea con quanto detta l’art. 27 della Costituzione sulla finalità rieducativa della pena. Tuttavia le retribuzioni non superano, di solito, poche centinaia di euro mensili. Le ipotesi secondo le quali il detenuto ha la possibilità di svolgere una regolare attività lavorativa presso imprese esterne al carcere sono: lavoro all’esterno per i detenuti, lavoro in semilibertà per chi è agli arresti domiciliari e affidamento in prova al servizio sociale.
All’interno degli Istituti penitenziari, possono invece essere avviate lavorazioni organizzate e gestite direttamente da imprese, pubbliche o private, e possono essere istituiti corsi di formazione professionale organizzati e svolti da aziende, pubbliche o private.
La percentuale attuale di detenuti che lavorano nelle nostre carceri è ancora molto bassa. Nonostante apprezzabili interventi e singoli progetti, riteniamo che l’istituzione centrale possa attivare maggiori incentivazioni e spinte verso una collaborazione tra l’impresa e la forza lavoro carceraria.

Riteniamo importante che siano incrementate le possibilità di studio, formazione professionale e lavoro all’interno degli Istituti carcerari con creazione di apposite sezioni destinate al lavoro. Per far ciò sarà indispensabile adeguare gli spazi esistenti e creare nuove strutture carcerarie basate su logiche differenti, con spazi dedicati a lavori con aziende esterne (lavanderie-laboratori vari) e aule formative.

Prendiamo atto dei recenti interventi normativi che divengono primo passo agevolativo per l’imprenditorialità, eppure pensiamo che le forme di agevolazione vadano incrementate sia in vista dell’assunzione di lavoratori carcerati e/o dell’affidamento di commesse e lavori artigianali agli istituti carcerari con opportunità retributive concrete per i detenuti che potranno così da un lato provvedere a restituire il loro eventuale debito economico verso la società e dall’altro formarsi un micro risparmio utilissimo all’uscita dal carcere.
La possibilità di acquisire competenze e conoscenze nel periodo di permanenza carceraria potrà rendere più semplice il reingresso nella società dopo il periodo di detenzione. La stessa esperienza della carcerazione sarà vissuta non come perdita totale ma come concreta opportunità di rinnovamento personale.

L’amministrazione della giustizia

>Accelerazione dei tempi della giustizia attraverso:
– intervento accurato di semplificazione normativa e procedurale
– aumento del personale giudiziario
– informatizzazione del sistema
 >Separazione dei poteri tra politica e magistratura
 >Creazione di una sezione specializzata che si occupi di famiglia
 >Riforma della prescrizione
 >Estensione dell’istituto dei lavori di pubblica utilità
 >Inasprimento delle pene legate ad ogni forma di violenza sulle donne
 >Inasprimento delle pene per reati ambientali
 >Tutela nei confronti degli animali con corrispondente inasprimento delle pene

Accelerazione dei tempi della giustizia.

L’ incredibile frammentazione legislativa e la mole delle norme, dei regolamenti, delle circolari applicative e delle prassi, rende il mondo giudiziario un ambito estremamente complesso e faticoso da gestire, sia per chi ne è amministratore sia per chi ne è amministrato.

I Magistrati, che in maggioranza svolgono un lavoro ammirevole, in condizioni spesso di estremo disagio, si trovano sommersi da un numero di pratiche iscritte nel loro ruolo che diviene ingestibile e li porta necessariamente ad applicare tempi lunghissimi nella gestione delle cause, tempi che, nella pratica, si traducono spesso con una inefficacia degli effetti positivi attesi dall’utente tramite la sentenza.

Ciò in primis causa numerose frustrazioni negli utenti ma anche negli operatori e rende evidente come anche le riforme già fatte, non siano state sufficienti a garantire quella rapidità e speditezza che la popolazione auspica.

Noi riteniamo che l’ambito giustizia, necessiti di un intervento accurato di semplificazione normativa e procedurale, necessiti di ampliare i numeri del personale giudiziario (cui andranno forniti strumenti e ambienti adeguati), necessiti di una informatizzazione e rapidità di comunicazione tra le parti che oggi a mezzo posta certificata e firma digitale è una possibilità concreta.

Noi auspichiamo una semplificazione complessiva, pur mantenendosi i caratteri garantisti del pieno esercizio del diritto di difesa e della necessità di un’istruzione probatoria, puntiamo a una forte e forse anche drastica riduzione dei tempi e dei costi della giustizia.

Separazione dei poteri tra politica e magistratura

Al fine di garantire la corretta applicazione della democrazia, i due poteri devono restare assolutamente indipendenti l’uno dall’altro, senza alcuna possibilità di commistione.
E’ dunque necessario avviare una ridiscussione dei ruoli e delle carriere in un’ottica di massima specializzazione e indipendenza dal potere per fornire la massima garanzia al cittadino. Un giudice che decida di entrare in politica non dovrà più avere la possibilità di tornare a fare il magistrato, al fine di garantirne sempre l’indipendenza e l’autonomia del giudizio.

Creare una sezione specializzata che si occupi di famiglia

Riteniamo poi, come brevemente accennato in materia di famiglia, che si debba istituire una sezione specializzata (con proprie strutture ed uffici) in tutte le questioni familiari e che assorba in sé sia le funzioni oggi svolte con perizia dai Tribunali per i Minorenni, sia le funzioni oggi svolte dal Presidente del Tribunale e dal Collegio per quanto attiene matrimoni e convivenze, con uffici e consulenti permanenti e formazione continua specialistica del personale ivi operante a tutti i livelli.

Riforma della prescrizione

Al fine di evitare che cavilli amministrativi o burocratici, maneggiati abilmente da avvocati super pagati, permettano a molti di non essere giudicati per i loro comportamenti, si propone l’abolizione della prescrizione dal momento che il processo ha inizio. Troppe volte in Italia il protrarsi dei processi in tempi inenarrabili hanno permesso a molti di uscirne impuniti, questa situazione va assolutamente risolta.

Estendere l’istituto dei lavori di pubblica utilità

Noi del Loto riteniamo che lo strumento della condanna a lavori di pubblica utilità, sia estremamente efficace da svariati punti di vista. Innanzi tutto permette una applicazione sanzionatoria “positiva” per tutte le pene minori, molto più utile che la sola ammenda amministrativa. Inoltre tale funzione è estremamente rieducativa poiché obbliga il condannato ad effettuare attività al servizio della collettività facendolo entrare spesso in contatto con realtà che toccano profondamente l’individuo facendogli sperimentare l’empatia con l’altrui difficoltà. A tal fine gli enti del terzo settore sono strumenti preziosissimi con i quali costruire delle collaborazioni in tal senso.

Violenza sulle donne

Come già esposto in precedenza, ogni forma di violenza sulle donne è considerata da noi un reato gravissimo che deve essere punito con pene severe e con percorsi rieducativi altrettanto controllati ed efficaci. Proponiamo dunque di introdurre, dal punto di vista normativo, il reato autonomo di violenza di genere e di femminicidio normandolo con pene molto severe.
Sempre in tema di violenza di genere, il loto ritiene fondamentale sostenere finanziariamente i centri antiviolenza e i centri protetti già esistenti e favorirne la creazione sul territorio italiano in modo da sostenere tutte le donne bisognose di aiuto, ma anche le vittime, sempre purtroppo più frequenti, della tratta delle donne. A tal fine sarà fondamentale sostenere la loro formazione ed il successivo reinserimento nel mondo del lavoro collocandole nelle categorie protette previste dalla legge 381/91.

Reati ambientali

L’ambiente e la madre terra sono il bene più grande che gli esseri umani abbiano in “affidamento”. Purtroppo troppo spesso ci si rende conto del valore di una cosa quando si sta rischiando di perderla. Noi oggi ci troviamo sempre più in questa situazione, diventa veramente impellente imporre un cambiamento di rotta per garantire le generazioni future.
Dovranno quindi essere riviste in primis tutte le norme e le corrispondenti pene per i reati ambientali inasprendole al fine di farne dei deterrenti a comportamenti pericolosi per l’intera collettività.

Tutela nei confronti degli animali con corrispondente inasprimento delle pene

La tutela degli animali e il loro rispetto in quanto esseri senzienti rientra nell’applicazione dei valori umani che si basano sulla non violenza e il rispetto per la vita. Gli animali devono essere protetti e rispettati prevedendo una revisione della normativa in generale con un inasprimento delle pene sia che si tratti di animali domestici, che selvatici, ma anche nei confronti degli animali da allevamento.
Devono essere inasprite le pene per ogni forma di maltrattamento, abbandono, bracconaggio, commercio illecito di animali vivi o delle loro pellicce. Punire chi organizza, ma anche chi partecipa come spettatore a lotte tra animali di qualunque specie, punire con severità chi sparge esche avvelenate o induce alla violenza contro gli animali.

Un altro ambito da normare riguarda gli animali da allevamento dove oggi assistiamo a scene a dir poco raccapriccianti e inumane di come gli animali (polli, mucche, maiali) vengono allevati nelle stalle o negli stabilimenti, come vengono nutriti e come vengono poi uccisi! Gli animali vengono stipati in spazi inesistenti in numeri elevatissimi causando loro ogni forma di sofferenza (i polli arrivano ad uccidersi tra loro), vengono nutriti con le ossa di loro simili già morti, imbottiti di farmaci e anabolizzanti per essere poi uccisi nelle modalità più crudeli! Non si può più assistere in silenzio a tali drammi solo per avere al supermercato una bistecca a basso costo! L’opinione pubblica va sensibilizzata e gli allevatori ed i macelli vanno controllati severamente e severamente puniti con norme chiare ed applicazioni rapide fino al sequestro e alla chiusura delle attività non a norma. Non si può far nascere un essere al solo fine di ucciderlo e mangiarlo, questo costituisce una barbaria anche al solo livello di pensiero. Civiltà e umanità passano attraverso il rispetto di ogni essere vivente.

 

Ambiente e energie rinnovabili

>Il rispetto per l’ambiente:
– la promozione delle energie rinnovabili
– interventi normativi per prevenire i rifiuti, promuovendo l’economia circolare
 >La riduzione dell’emissione di inquinanti
 >La bonifica dei territori inquinati (terra dei fuochi)
 >Sostegno alla mobilità sostenibile
 >Sostegno all’agricoltura biodinamica

Il Loto vuole essere una forza di rinnovamento a “trazione integrale” dato che i valori umani si rispecchiano in ogni aspetto della vita e per noi si applicano ad ogni ambito. Praticare i valori umani, significa per noi rispettare l’ambiente e le risorse naturali, non sprecare l’energia, non compiere comportamenti inquinanti, integrare la nostra educazione al senso di rispetto e gratitudine verso l’ambiente.
L’ambiente e le sue problematiche sono uno dei problemi comuni del Villaggio Globale, i cambiamenti climatici affliggono l’intero pianeta e la deforestazione che avviene a migliaia di chilometri da casa nostra è realmente un nostro problema.

La promozione delle energie rinnovabili

Dobbiamo dunque puntare a utilizzare energie rinnovabili, ossia quelle generate da fonti il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future.

Appare auspicabile, al fine di difendere l’ambiente, informare la cittadinanza, promuovere l’uso di energie rinnovabili e controllare in modo stringente l’applicazione delle norme in campo ambientale, la creazione di un Ministero per l’ Energia con il compito di coordinare e promuovere il processo di transizione. Devono essere favorite tutte quelle realtà che riducano l’inquinamento e promuovano uno sviluppo alternativo.

Interventi normativi per prevenire i rifiuti, promuovendo l’economia circolare

I rifiuti e la loro gestione sono un grande tema legato alla tutela dell’ambiente.
Quanto allo smaltimento dei rifiuti, noi del Loto sosteniamo la via del riciclaggio. Si badi però che si parla di sistema di riciclaggio riferendosi all’intero processo produttivo e non soltanto alla sua fase finale. Questo comporta che già al momento della produzione dei beni si debba optare verso l’uso di materiali biodegradabili o interamente riciclabili che facilitano lo smaltimento naturale della materia nel momento in cui il prodotto si trasforma in rifiuto. Va favorito l’uso di materiali riciclabili come il vetro, i metalli o polimeri selezionati, evitando anche i materiali accoppiati, più difficili o impossibili da riciclare. Solo così può essere creato un sistema economico virtuoso – economia circolare- che si autogenera. In tal senso un bene destinato a rifiuto diventa materia per la produzione di un nuovo bene.
Tutto è importante e nessuno sforzo in questa materia va trascurato o rimandato. Il riciclaggio costituisce un nuovo mercato in cui nuove piccole e medie imprese recuperano i materiali riciclabili per rivenderli come materia prima o semilavorati alle imprese produttrici di beni. Un mercato che si traduce pertanto in occupazione.
Altro elemento fondamentale è muovere verso l’eliminazione delle microplastiche che costituiscono un pericolo fondamentale per la nostra salute e per quella dei nostri mari.

La riduzione dell’emissione di inquinanti

Le emissioni di inquinanti nell’atmosfera sono l’altro grosso problema che causa l’effetto serra e con esso le modificazioni climatiche alle quali assistiamo oggi. E’ dunque indispensabile intervenire per incentivare il cambio delle autovetture vecchie con macchine di ultima generazione elettriche o alimentate con combustibili meno inquinanti.
Intervenire sulle emissioni causate dal riscaldamento abitativo, obbligando al posizionamento di filtri che impediscano la fuoriuscita delle micro-particelle.
Infine vi è il tema delle grandi navi veloci che da sole inquinano come tutto il parco auto europeo! Sarà indispensabile promuovere studi al fine di applicare le nuove tecnologie utilizzate per la costruzione delle autovetture ecologiche, anche per i mezzi da lavoro (TIR, camion, furgoni) e per le navi.

La bonifica dei territori inquinati (terra dei fuochi)

Oltre al prevenire, che è sicuramente fondamentale, in caso di danno rilevato risulta poi fondamentale intervenire rapidamente al fine di risanare la situazione. A tal fine è fondamentale rimuovere tutti gli impedimenti normativi che impediscono o rallentano l’azione di recupero e ripristino. Poiché tali azioni spesso sono onerose sarà opportuno creare appositi fondi di accantonamento per avere la disponibilità ad interventi immediati.
La terra dei fuochi è sicuramente un esempio eclatante.
Soprattutto in questa zona sarà necessario un presidio e monitoraggio stringente al fine di evitare ulteriori sversamenti nelle zone agricole da parte di malavitosi. Bisognerà dunque mettere in campo ingenti forze di polizia e se necessario anche l’esercito con finalità di monitoraggio.

Sostegno alla mobilità sostenibile

Sostegno alla mobilità sostenibile significa incentivare all’uso della bicicletta sia negli spostamenti quotidiani nelle città che per le attività turistiche. Per far ciò dovrà esserci un investimento sia in infrastrutture (piste ciclabili) che per il trasporto delle bici (treni o altro), bisognerà inoltre realizzare azioni per favorire l’intermodalità tra biciclette e trasporto pubblico. Questo renderà la mobilità urbana maggiormente sostenibile, favorirà la tutela dell’ambiente, permetterà nuovi sviluppi dell’attività turistica. Germania ed Olanda sono degli esempi virtuosi in tal senso.
Un altro importante elemento è sviluppare e sostenere altre forme di trasporto quali per esempio il Car sharing, uscendo dalle logiche di proprietà del mezzo o dell’uso individuale del mezzo di trasporto.

Sostegno all’agricoltura biodinamica

Noi del Loto siamo a favore di un’alimentazione naturale non manipolata e sosteniamo l’agricoltura biodinamica. Pensiamo che almeno nelle mense scolastiche e negli ospedali debba essere utilizzato da subito cibo biologico. L’uso di concimi chimici, i disinfestanti e tutti i prodotti utilizzati oggi in agricoltura sono estremamente pericolosi per la nostra salute e per quella della terra. Sarà dunque fondamentale incentivare le culture biologiche e sensibilizzare la cultura generale all’uso di concimi naturali e metodi di cultura rispettosi della terra.

Le tematiche ambientali non si possono rimandare ulteriormente, il pianeta vive e ci sta esprimendo il suo disagio in molti modi e con una forza impressionante, il nostro paese può e deve partecipare attivamente e propositivamente al dialogo internazionale a tutela della nostra terra.
Proponiamoci di migliorare rapidamente, regioni a noi vicine, riescono a produrre energia rinnovabile già per il 60% del fabbisogno, non restiamo a guardare e a rincorrere gli standard minimi, la nostra nazione deve puntare al massimo per tutelare il proprio ambiente e le proprie risorse.

RIFLESSIONI GENERALI SU ALTRE TEMATICHE

La sicurezza sul lavoro è un problema concreto che ha assunto connotazione e numeri impressionanti, le nuove leggi dovranno garantire efficaci strumenti di vigilanza e repressione del lavoro “nero” soprattutto nell’edilizia, laddove nero significa principalmente senza sicurezza e con altissima probabilità di infortuni. E’ una contraddizione mortale avere a disposizione molti ausili e dispositivi di protezione, la possibilità di impartire informazioni che potrebbero salvare molte vite e, vedere ogni anno aumentare il numero delle cosiddette “morti bianche”.

E il problema non è soltanto il lavoro nero o la sicurezza sul lavoro, il problema è il LAVORO in generale!
La disoccupazione è ancora un problema reale, pur registrandosi una inversione di tendenza che ha visto la recente diminuzione del tasso (intorno al 9,7%) con aumento di assunzioni a tempo determinato e un aumento delle assunzioni nel mezzogiorno, dobbiamo ancora purtroppo prendere atto che il precariato è una condizione reale (che impedisce la crescita e la programmazione di un futuro anche personale e famigliare) di moltissime persone e che la disoccupazione al sud rimane due volte e mezzo più elevata che al centro nord e costituisce un fattore reale di emarginazione e disagio sociale e negli indici la disoccupazione femminile italiana è ancora molto più elevata di quella maschile.
Non solo i salari sono troppo bassi, ma poche sono le chance per i giovani e pochissime le certezze offerte da contratti a progetto e similari.
Nello stesso tempo innumerevoli le situazioni, soprattutto nella pubblica amministrazione (senza voler dimenticare le emergenze positive), di grande inefficienza per chi invece un lavoro lo ha ottenuto e crede di averne diritto anche senza rendere il contributo atteso dalle proprie mansioni o senza rispondere direttamente dei propri errori che troppo spesso gravano esclusivamente sul cittadino, il quale per “sistemare” un errore burocratico deve invece sprecare molte energie e soprattutto il suo bene più prezioso “il tempo”.
Il tempo impiegato per il lavoro è doppiamente importante, sia per quanto il lavoratore può dare, sia per le conseguenze che quel lavoro rifletterà verso i terzi, verso l’ambiente, verso la società. La rettitudine deve guidare il nostro comportamento anche nel lavoro.
Riteniamo quindi che il posto di lavoro vada ottenuto e mantenuto secondo due semplici criteri: fiducia, merito e responsabilità.
Fiducia per chi deve iniziare e necessita di una chance per dimostrare cosa sa fare; merito per mantenere la fiducia e dimostrare l’efficienza nell’adempimento delle proprie mansioni e responsabilità per i propri adempimenti e per i propri inadempimenti.
Alcune categorie di lavoratori, hanno compiti delicati di salvaguardia e tutela della nostra sicurezza, della libertà individuale e collettiva e della legalità, stiamo parlando delle FORZE DELL’ORDINE.
Chi agisce per la tutela collettiva deve essere motivato, preparato ma anche a sua volta tutelato dalle istituzioni che hanno il dovere di non isolare sul territorio chi sta rischiando la propria vita per far rispettare la legalità. Dobbiamo fare in modo che i nostri tutori abbiano a disposizione tutti i dispositivi di protezione e gli ausili tecnologici a loro tutela e a nostra tutela, dobbiamo garantire loro la possibilità di sapere che il loro intervento ha un ascolto immediato e diretto ed efficienti ripercussioni sulla criminalità.
Le risorse e gli stanziamenti a favore delle forze dell’ordine vanno incrementate per la sicurezza di tutti i cittadini, i tagli devono riguardare altre categorie sin troppo privilegiate e non le forze dell’ordine. Noi del Loto pensiamo che la sicurezza collettiva sia un bene primario e aiutare chi lo protegge è un interesse altrettanto primario.
L’armonizzazione nell’amministrazione della giustizia, deve tenere conto anche del fatto che intervenire e rischiare ben sapendo che poi non vi sarà un’efficace applicazione della pena o se vogliamo un’efficace repressione definitiva dei comportamenti illeciti, aumenta il rischio personale degli operatori e rischia anche di costituire una seria demotivazione.
Pensiamo ad esempio a un operatore locale che arresta un piccolo criminale il quale dopo pochi giorni torna in libertà, commette una rappresaglia personale sull’operatore il quale è costretto a difendersi da solo, cercarsi un avvocato privato e fare fronte anche ai costi della sua tutela…
La riduzione dei tempi della giustizia può agevolare moltissimo il lavoro delle forze dell’ordine e, un severo controllo sull’efficienza e la gestione delle forniture, può garantire la qualità degli strumenti disponibili alle forze dell’ordine. Ci vuole trasparenza, la trasparenza amministrativa, la trasparenza nella gestione degli appalti, la trasparenza nel rendere pubbliche le condizioni anche estreme in cui molti lavorano con divise di materiale scadente, sistemi informatici obsoleti e mancanza di ausili di protezione. La trasparenza è verità, la trasparenza assicura rettitudine e ci garantirà una società meno violenta.
Quanto alla SICUREZZA sostenere le forze dell’ordine e perseguire un principio di efficacia delle norme repressive, contribuisce a rendere più sicura la nostra nazione, anche se, appare ancora molto importante operare per disciplinare i flussi immigratori secondo una programmazione oculata e sostenibile per il territorio, per creare opportunità di speranza e non opportunità di disperazione e criminalità.
Il sostegno alle possibilità occupazionali e alle strategie per favorire l’impiego ci vedono attenti e ci proponiamo di favorire le situazioni di maggiore flessibilità nel mondo del lavoro, garantendo anche all’ IMPRENDITORIA PRIVATA (che resta la maggiore fonte di occupazione) il supporto necessario anche in termini di agevolazioni e incentivi che stimolino le imprese italiane ad investire in Italia, a produrre in Italia e a restare in Italia.
Le problematiche irrisolte sono innumerevoli nella nostra società e riteniamo che solo un cambiamento di coscienza collettivo, possa portarci a vivere in una quotidianità semplicemente più “umana” e meno opprimente.
E, fuori di metafora, uno degli aspetti considerati più opprimenti dai cittadini è l’accesso alla burocrazia e la PRESSIONE FISCALE.
Pagare le tasse è un dovere civico e una giusta esigenza, anche se, purtroppo, nel nostro paese, siamo giunti a livelli eccessivi e demotivanti per molte imprese e cittadini di primo piano che decidono di lasciare l’Italia.
Il cittadino deve agire con rettitudine verso lo Stato e deve potersi attendere la stessa rettitudine e trasparenza dalle istituzioni con cui si deve necessariamente rapportare.
Di fatto, l’irrazionale gestione della spesa pubblica è ormai evidente ed evidenziata da molte categorie di cittadini, nonostante il continuo aumento delle entrate di ordine fiscale, il debito pubblico aumenta, le spese aumentano soprattutto per mantenere categorie privilegiate e i costi della pubblica amministrazione.
Non si tratta più di una questione che può essere rimandata o che costituisce una lieve distorsione dalla normale prevedibilità…si tratta di un vero e proprio scandalo, i privilegi sono scandalosi, i numeri sono scandalosi e tutti coloro che ne approfittano sono ancora una volta scandalosi.
In una quotidianità in cui le famiglie e i pensionati vivono l’incubo della quarta settimana del mese, abbiamo sprechi e abusi nella cosa pubblica che non possono più essere accettati e verso i quali vanno assunte misure decisive. Prendiamo l’iniziativa e iniziamo da subito a tagliare tutte le finte comunità montane che stanno in riva al mare, tagliamo il numero dei parlamentari, dei ministeri e dei loro numerosissimi dipendenti, facciamo in modo che i nostri politici riscoprano il piacere di viaggiare con aerei di linea anziché utilizzare solo voli di Stato, rendiamo trasparenti i bilanci pubblici e facciamo in modo che ogni spesa sia accuratamente pubblicizzata e documentata, riduciamo le autoblu che oggi sono migliaia e vengono utilizzate spesso per scopi non istituzionali, riorganizziamo e riduciamo l’organico del Quirinale che, esso solo, conta su centinaia di dipendenti e costa alla nazione otto volte di più della presidenza tedesca, quattro volte di più di Buckingam Palace, e il doppio dell’Eliseo.
E in prima istanza riduciamo le spropositate indennità degli eletti!
Noi del Loto intendiamo adoperarci affinché la politica torni ad essere la politica dei valori umani, laddove entrare in politica e assumere un incarico istituzionale DEVE significare voler servire la società in modo disinteressato e per il bene collettivo. Noi siamo pronti, qualora eletti e sino a che le indennità non dovessero essere ridotte, ad autoridurci gli eventuali compensi destinandone parte ad opere umanitarie e caritatevoli.
Sono solo alcuni esempi degli interventi di rapida e pronta soluzione con cui si possono recuperare centinaia di milioni di euro per le casse pubbliche, noi del Loto che siamo semplici cittadini, vogliamo ciò che tutti i cittadini italiani stanno chiedendo e di certo non abbiamo timore di mettere in pratica ciò di cui sino ad ora si è soltanto parlato ma non si è mai attuato.
Noi crediamo che questa situazione debba essere ridiscussa integralmente e che l’Italia debba compiere una svolta onesta e radicale verso la riduzione del debito con riduzione della spesa pubblica e facendo un passo verso il cittadino che possa essere incentivato ad investire in Italia e che possa godere di detrazioni effettive per i costi (numerosi) sia dell’attività professionale o d’impresa, sia per la vita famigliare.
Una riduzione degli enormi costi della spesa pubblica darà finalmente la possibilità di alleggerire la pressione fiscale a tratti ormai insostenibile.
Vanno curati e cambiati i meccanismi che favoriscono l’arricchimento privato a discapito del bene collettivo…e ne è facile esempio la gestione privatizzata delle autostrade con pedaggi altissimi per gli utenti il cui beneficio va a società private. Eppure in nazioni a noi vicine le autostrade sono gestite efficientemente dall’Ente pubblico con pagamento di una quota annuale estremamente ragionevole da parte degli utilizzatori.
Ma la realtà è molto più complessa e nebulosa di quanto appare e proprio la questione del DEBITO PUBBLICO è assai delicata, e va affrontata con estrema chiarezza.
La verità è la nostra guida e ci sentiamo risoluti nel chiedere verità. Ma cosa stiamo facendo per ridurre il debito pubblico? E soprattutto: Esiste il debito pubblico?
Il Loto intende adoperarsi affinché sia resa trasparenza in ordine alla questione del debito pubblico, ogni cittadino deve confrontarsi con queste problematiche ed ha il diritto di conoscere la verità, non riteniamo di accettare passivamente affermazioni relative al fatto che ogni bambino nasce già con un debito di circa 20 mila euro pro capite verso la collettività.
Il debito pubblico, secondo noi, è una patologia di bilancio che si può curare.
Noi ci siamo proposti di approfondire questi temi in osservanza ai valori umani che ci guidano, la pace può derivare soltanto da una corretta informazione, soltanto quando anche le istituzioni (e tra esse vogliamo ricomprendere anche il sistema bancario) esprimeranno armonia tra pensiero (motivazioni), parola (promesse) e azioni (interventi concreti legislativi, amministrativi, assistenziali) potrà esserci veramente uno Stato di diritto, uno Stato dei diritti.
La passività e la rassegnazione permettono a meccanismi invischiati di proliferare, sta a noi decidere qui e oggi di essere parte attiva della società e pretendere, rispettosamente, in modo non violento ma risoluto, che siano chiarite questioni estremamente importanti per la nostra economia e per la nostra vita quotidiana.
Un altro nodo cruciale e vitale è la SANITA’, che vede da un lato, competenze e scoperte straordinarie e ancora dall’altro, diverse realtà di mancata considerazione del malato come persona con emozioni ed esigenze che vanno ben al di là della cura.
Il malato ha una dignità di essere umano prima che di paziente e deve poter vivere i momenti più difficili della sua vita in un ambiente accogliente, confortevole e dove sia possibile essere in primis ascoltato e seguito con gentilezza e amorevolezza.
La medicina deve abbandonare l’arroganza e la freddezza e riscoprire il lato umano del paziente, le strutture possono e debbono essere non soltanto pulite ma il più possibile accoglienti e atte a ricreare un ambiente familiare.
Una visione olistica è indispensabile per incrementare le chance di guarigione, senza che vi sia timore di concorrenza tra medicina ufficiale e medicina cosiddetta alternativa. Le migliori scienze e conoscenze possono essere integrate al fine di sostenere il paziente il quale, in molti casi, potrà essere aiutato a scegliere tra le possibilità di cura quella che sia in armonia con il suo sentire individuale, favorendo anche (ove possibile e utile) l’utilizzo di sostanze non tossiche e di derivazione naturale, qualora richiesto dal paziente.
La collaborazione e non la competizione tra le varie conoscenze, potrà favorire lo sviluppo di una conoscenza globale migliore e di una più rapida evoluzione delle diagnosi e delle cure.
Riteniamo che anche le spese dentistiche vadano inserite tra le spese mutuabili.
E’ doveroso recuperare un rapporto sempre più umano e costante tra paziente e medico di base (cui andranno garantiti periodici aggiornamenti) che spesso ha troppi malati in carico e non riesce a garantire quella presenza che sarebbe auspicata.
E’ importante una visione olistica dell’individuo sia per la medicina che per le scienze sociali al fine di occuparsi della salute fisica dell’individuo senza trascurare la sfera mentale e spirituale. E’ quindi importante un lavoro sugli operatori sociosanitari e in particolare sui medici riscoprendo insieme l’identità professionale attraverso i valori umani di verità, rettitudine, pace, amore e non violenza.
Va posto un particolare accento sulla necessità che l’ambiente sanitario sia supporto e conforto dei pazienti affetti da sofferenze croniche che a volte non si manifestano con un’esteriorizzazione eclatante, ma costituiscono un fattore gravemente invalidante per il malato. Il paziente non deve mai essere considerato un “fastidio” e la capacità di ascolto, il tempo di ascolto e di accoglienza devono poter tornare ad essere parte integrante della cura e prodromo della guarigione.

Il cammino della guarigione è un cammino che paziente ed operatori devono compiere insieme, pazientemente e con reciproca fiducia, al fine di aumentare le chance di guarigione.
Negli ultimi anni, buona parte del lavoro in ambito sociale o assistenziale, è stato svolto dalle ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO E DALLE ONG le quali sono riuscite in parte a sopperire alle carenze pubbliche in materia di sanità, tutela degli anziani, emergenza in caso di catastrofi, collaborazione allo sviluppo e molto altro, divenendo una voce importante della collettività anche internazionale.

Siamo in sintonia con chi, attraverso grandi sacrifici e rinunce, esprime amore disinteressato verso l’altro e verso la collettività, noi riteniamo che le associazioni siano un partner indispensabile per le istituzioni, un organo vivo e pulsante sul territorio e nella comunità internazionale che garantisce efficacia, rapidità ed efficienza.
Se da un lato è comprensibile che la vigilanza debba essere costante per evitare fenomeni speculativi mascherati da associazioni benefiche, dall’altro abbiamo assistito a metodiche quasi persecutorie nei confronti di piccole associazioni amministrate con semplicità e buona volontà. E’ nostra opinione che il volontariato vada valorizzato e amministrato con una burocrazia trasparente ma semplice, con obblighi crescenti in ragione della dimensione degli investimenti e dei fondi raccolti, con agevolazioni e contributi e soprattutto con una crescente campagna di sensibilizzazione e un’informazione divulgativa degli obbiettivi raggiunti.
Sapere che altri, come noi, con semplicità e coraggio, hanno raggiunto grandi mete è uno stimolo che può portarci a dare il meglio di noi.

Quanto ai nostri rapporti con il mondo, riteniamo che l’Italia debba esprimere una politica estera in linea con l’umanità e il calore che contraddistingue il popolo italiano, al fine di essere soggetto portatore di pace, partner nella crescita evolutiva degli altri popoli, con disponibilità al dialogo e alla collaborazione per il perseguimento dei valori umani.
Noi del Loto guardiamo con ammirazione alla dignità di alcune popolazioni che vengono quotidianamente sopraffatte da potenze economiche e militari e ciò nonostante continuano ad essere riserva di preghiera, buoni pensieri ed esempio per l’umanità.
Siamo ammirati e commossi dall’esempio dei monaci buddisti birmani che con la preghiera tentano di liberare i pensieri e il cuore di una nazione.
Siamo solidali con il popolo tibetano che ha subito la violazione di tutti di diritti fondamentali dell’Uomo e a cui è stata sottratta non solo la casa ma un’intera nazione che per secoli è stata culla di ricercatori spirituali e di persone umili e pacifiche.
La nostra posizione è contro ogni forma di sopraffazione e a favore della tolleranza, intesa come non violenza in azione.

Vogliamo sostenere la causa di tutte le popolazioni oppresse e che subiscono la violazione nei loro diritti umani fondamentali, il nostro obbiettivo è la giustizia sociale, l’equità nella ripartizione delle opportunità e dei diritti.
La nostra nazione si deve distinguere come presenza pacifica e solidale nei contesti conflittuali internazionali, con funzioni di supporto sanitario, logistico, organizzativo e tecnico ma, secondo noi non militare. Dobbiamo impegnarci ad aiutare nazioni in difficoltà e a favorire il ristabilimento dei valori e dei diritti umani laddove essi vengano violati, ma auspichiamo un ritiro immediato dei nostri contingenti militari all’estero.
A completamento di questo nostra espressione di pensiero, desideriamo esprimere la nostra più decisa reprimenda verso la pena di morte.

Praticare i valori umani, significa per noi “collaboration not competition“, collaborazione e non competizione e quindi, quali che siano gli interlocutori, riteniamo corretto accettare le opinioni altrui ed esprimere il nostro dissenso in modo non violento, collaborando nella ricerca del miglior risultato possibile.

Questo significa che siamo aperti alla collaborazione con quelle forze in campo che comprendano la spinta positiva e necessaria dei valori umani e credano nei nostri obbiettivi.
Sappiamo che i buoni proponimenti necessitano di una buona dose di concretezza e siamo consapevoli che gli obiettivi che intendiamo perseguire sono grandi e complessi…questo non ci spaventa perché sappiamo di non essere soli nel desiderare una società migliore.

Luigi Ferrante
Presidente de IL Loto