IL FALLIMENTO DELLA COMUNICAZIONE

E’ passato un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19 e sembra che nulla sia cambiato, i media continuano a ossessionarci con notizie sempre più allarmanti, “la terza ondata, le numerose varianti sempre più contagiose, etc. …” mentre il nuovo governo si presenta diviso tra “tecnici” (ci dicono più competenti, ma allora perché pagare così lautamente una classe politica incompetente?) e politici, da sempre più interessati ai nostri voti che al nostro benessere.
Tutto ciò mostra non solo il fallimento della politica, ma anche della comunicazione. Non è, infatti, accettabile che l’informazione dei media, (dai quotidiani ai tg e ai vari talk show) sia centrata solo sull’ascesa esponenziale del contagio. In questa dimensione di sofferenza, dove viene considerata solo la salute fisica della popolazione, ignorando quella psichica e abbandonando le persone a se stesse, sarebbe necessario e doveroso dare spazio agli aspetti positivi e di speranza presenti nella realtà che viviamo. Andrebbero, infatti, sottolineati sia l’avanzamento della ricerca sulle possibili cure che stanno portando alla guarigione molti pazienti, sia quegli aspetti della prevenzione che si sono mostrati utili e concreti. Non mi riferisco solo alle dichiarazioni del virologo Giorgio Palù, nuovo presidente dell’AIFA (Agenzia italiana del farmaco), in cui presenta i successi ottenuti con l’uso di determinati farmaci, ma anche a quanto ottenuto dai medici degli ospedali di Pavia e Padova che curano con il plasma i pazienti affetti da Covid-19.
A queste notizie andrebbero associate quelle riguardanti la prevenzione, ma, purtroppo, veniamo martellati solo da informazioni sulla diffusione dei vaccini. Prendiamo, ad esempio, gli studi che hanno portato a segnalare come fondamentale l’uso delle vitamine A, C e D per rafforzare il nostro sistema immunitario. Il New York Post già a marzo del 2020 aveva pubblicato la notizia che i medici dello stato di New York (tra cui il Dr. Andrew Weber, pneumologo e specialista in terapie intensive) somministravano dosi massicce di vitamina C ai pazienti affetti da Covid-19, con ottimi risultati. Gli studi del Dr. Giancarlo Isaia, specialista in Geriatria e del Dr. Enzo Medico, specialista in Istologia, supportati anche dalle recentissime raccomandazioni della British Dietetic Association, hanno portato a considerare la vitamina D come fondamentale per prevenire il rischio del contagio. Ma l’elenco sarebbe lunghissimo.
Paesi come la Finlandia, la Danimarca e la Norvegia, come dimostrano le ricerche della CNN, hanno lavorato maggiormente sulla prevenzione, il potenziamento di presidi sanitari sul territorio, e una rete diffusa di controlli per proteggere i più vulnerabili, evitando lockdown prolungati e salvaguardando l’identità lavorativa e psicologica dei loro cittadini. Quindi tutto questo è possibile e, soprattutto, auspicabile. Infatti la diffusione della paura ed i lockdown ad oltranza non sono accettabili in una società civile, causandone la distruzione, sia dal punto di vista dell’economia che della salute psicofisica dei suoi componenti. A tale proposito sono interessanti gli studi del Prof. Alessandro Angrilli, dell’Università di Padova, sulla diffusione di sintomi ansiosi e depressivi, disturbi del sonno e da stress in una percentuale molto alta della popolazione.
Abbiamo bisogno di notizie che ci diano speranze concrete e ci facciano realmente capire come muoverci e comportarci, dandoci una visione più corretta della situazione che stiamo vivendo. Questo allontanerebbe il terrore che tutti i nostri media stanno diffondendo e ci permetterebbe di affrontare in modo positivo e con più consapevolezza la realtà che ci circonda, recuperando la dignità e i valori che ci sono stati rubati.