Parte 1
In questo momento delicato della nostra vita dove la salute è intesa come benessere psicofisico e socio-economico, sicuramente ci stiamo interrogando sulle incertezze, su cosa sta accadendo alle nostre storie di vita, oramai da più di due mesi, con una ricerca dei fatti storici ed attuali, che possa aiutarci a capire se, finora, è stato fatto tutto quello che prevede il diritto alla salute pubblica sancito nel diritto internazionale art.43, per il contenimento di una pandemia. Il dovere di chi cerca la verità, trova utile incrociare tre aspetti: una visione diacronica (storica), una sincronica (attuale) e il movente… nel trovare uno spiraglio di verità.
La Banca Mondiale e l’Oms, alcuni anni fa, hanno lanciato strumenti obbligazionari e assicurativi per sostenere i Paesi più poveri colpiti in caso di gravi emergenze sanitarie i “Pandemic Bond”. Le condizioni che devono essere rispettate per fornire aiuti economici ai Paesi più poveri del mondo sono sette. Quelle attualmente soddisfatte dalla diffusione del COVID19 sono cinque. Quattro riguardano la diffusione e la distribuzione geografica della malattia. Il virus deve aver colpito almeno due dei 76 Paesi più poveri, e ciascuno deve aver registrato almeno 20 vittime. Tra i Paesi colpiti almeno uno deve essere classificato dalla Banca Mondiale come Ida -Paese tra i più poveri al mondo- o Ibrd -economia in via di sviluppo- e il totale dei casi confermati e delle vittime in questi Paesi deve raggiungere un numero minimo di 250. Dal momento in cui i primi cinque criteri sono soddisfatti, servono due settimane per valutare gli ultimi due criteri. In definitiva i ritardi da parte dell’OMS nel dichiarare la pandemia (11 marzo 2020) hanno fatto salire il valore dei bond e fatto in modo che i conteggi per i criteri di valutazione non venissero soddisfatti, ergo gli investitori guadagnano e i Paesi non riceveranno gli aiuti.
Per pura speculazione economica la risposta tardiva dell’OMS può aver ritardato i provvedimenti dei governi e favorito la diffusione del virus… che si documentava già da novembre 2019 come dimostrato nell’articolo del The Wall Street Journal April 5, 2020
Forse si potevano risparmiare tante vittime, tante bare senza tricolore !