Amarsi è un diritto?

“La democrazia esiste dove non c’è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno cosi povero da vendersi” Jean-Jacques Rousseau

Cari lettori, le vicende di Bibbiano ci fa vedere lo spettro della corruzione e della illegalità più atroce del nostro Paese, una pubblica amministrazione senza scrupoli a danno di bambini strappati alle loro famiglie. Assistiamo al più crudele uso dei soldi pubblici dei cittadini lavoratori italiani quale espressione di un potere demandato dove non esiste controllo. Dove lo Stato è padrone e carnefice e non custode dei suoi beni cioè il capitale umano. Ricordo ancora le parole di monito del premio Nobel Amarthya Sen a Roma nel congresso PA maggio 2009 “bisogna investire sul capitale umano”.

Un monito che anticipava si la formazione obbligatoria dei dipendenti pubblici del settore socio sanitario, ma non si considerava la necessaria supervisione atta a garantire la professionalità etica degli operatori.

Gli anno 60 hanno inventato il Figlio dello Stato …basta leggere l’articolo 403 c.c. che attribuisce poteri assoluti ai servizi sociali senza un procedimento garante giuridicamente e non possiamo permetterci ancora di fare finta!

La legge 180 per gli adulti ha garantito sette giorni per valutate i bisogni urgente di cure e assistenza in mancanza di alternative sul territorio in persona incapace di provvedere a se ma per i minori ancora non nasce il loro Basaglia, una legge con un tempo garantito ad accertare le carenze psicofisiche del bambino e le sue risorse nel territorio? Perché lasciare che un articolo 403 c.c. diventi un’arma?

Chi desidera questo danno esistenziale?

“…No alla solitudine forzata, no all’emarginazione sentimentale dei deboli e dei disadattati: no – pur qui – all’affettività imposta in modo autoritario, burocratico, no all’ammissibilità di una “pretesa” ad essere ricambiati amorosamente da qualcuno. No – dal punto di vista disciplinare – alle postulazioni secondo cui torti come quelli affettivo/familiari non si presterebbero a venire amministrati, per loro natura, con strumenti di tipo aquiliano. Sì, in generale, ai richiami al motivo della “felicità” terrena – lemma pur estraneo, nominalmente, alla nostra Carta fondamentale – quale tramite da rapportare ai suoni del rigoglio partecipativo, del venire oltre la linea di galleggiamento. Sì al richiamo a misurare, caso per caso, la legittimità e ammissibilità dei singoli impedimenti.” (citaz. dal libro -“Il diritto delle relazioni affettive – Nuovi danni e nuove responsabilità” di Paolo Cendon …).

Vediamo esserci una responsabilità a cascata senza controlli dove nessuno fa il suo compito:c’è un mandante forte che invia e segnala ai servizi sociali, l’ assistente sociale fa diagnosi psicologiche, lo psicologo  fa  diagnosi mediche fatte di ”pregiudizio“ ed infine i giudici onorari e pubblici ministeri onorari , fanno con  i togati, provvedimenti di affidi extrafamiliari senza tener conto della famiglia allargata ,dei nonni in primis ,…come una catena di montaggio,senza remore,senza spazi di ascolto alla famiglia, senza replica, senza trovare soluzioni alle difficoltà,ma solo punizioni ed usurpazioni,..e invece la cassazione difende i genitori.

Dal giudizio al pregiudizio che diventa condanna al genitore …una MAL-FORMAZIONE diventa MAL-GIUSTIZIA Le cattive prassi fanno cattive condotte e opportunità di abusi…dice il proverbio, -l’occasione fa l’uomo ladro!

Nessun controllo sulla formazione.  Sì confonde volutamente il ruolo sociale del coniuge con la natura del genitore. E il giudizio, e il pregiudizio s’infilano nelle maglie della giustizia e della salute pubblica. Nessuna vigilanza sulle procedure. “…Chi di emozioni e di regole se ne intende davvero, tende a considerare quel contrasto come ovvio; non sente di dover prendere posizione. Più che sconosciuti, amore e diritto dovrebbero considerarsi elementi opposti fra loro, inconciliabili: far trionfare l’uno significa far arretrare l’altro – così è andata sempre fra le creature terrestri, proclamarlo ad alta voce non serve …” (citaz. dal libro -“Il diritto delle relazioni affettive – Nuovi danni e nuove responsabilità” di Paolo Cendon …).

Ma noi de Il Loto ci chiediamo dove sono finiti gli esperti dello sviluppo psicofisico del bambino? Pediatri, neuropsichiatri infantili, sono loro che hanno il mandato insieme ai genitori di vigilare e accompagnare lo sviluppo psicofisico del bambino come ci ribadisce la nuova legge sui Livelli Essenziali di Assistenza, LEA Territoriale e Prevenzione. Urge prendersi cura dell’infelicità di questi bambini perché non diventino adulti vulnerabili, ed urge riprendere in mano i bisogni di queste famiglie maltrattate lasciate sole, a cui si obbligano sostegni e non punizioni. I bambini non sono figli dello Stato. Aiutiamo i genitori a vivere felici!

 Noi de Il loto crediamo che 1-la povertà non è un elemento che determina il benessere o malessere del bambino, 2-le ferite  provocate  nel sottrarre il bambino ai genitori rimangono per sempre, 3-la formazione degli operatori è importante se integrata all’educazione dei valori umani di verità, rettitudine, pace, amore, non violenza per   prevenire fenomeni di  proiezione dei nostri giudizi e pregiudizi per la valutazione del soggetto e garantire una crescita etica professionale allargata ai nostri governanti ancora ciechi e poco lungimiranti nella visione della salute pubblica.

Il diritto alla salute è anche diritto alla felicità di tutti i cittadini italiani!

Ma noi de IL LOTO vogliamo dire ai genitori di credere nel loro valore educativo e di vigilare sempre, perché i bambini di oggi sono gli uomini di domani “…Vogliamo proporre una modifica dell’articolo 403 che garantisca gli accertamenti entro sette giorni di “protezione coatta “del minore al fine di capire se ci sono gli estremi di reato riferito all’articolo in essere.

Una protezione coatta che vada a rispondere sulle immediate condizioni di salute psicofisica del minore e della famiglia allargata fino al 4 grado.

Perchè un bambino non sia un figlio della burocrazia dello Stato, ma un minore nel pieno diritto del suo sviluppo psicofisico nel suo ambiente naturale affettivo relazionale.

Sì alla (visione della) persona umana come entità protesa a spendersi in ciò che scopre o trasmette, a inverarsi nello scambio con coloro che sceglie di frequentare, di abbracciare – come realtà che nel vivo dei propri sentimenti è destinata a scoprire se stessa, che abbandonandosi giorno per giorno agli affetti diverrà ciò che è davvero…”

(citaz. dal libro -“Il diritto delle relazioni affettive – Nuovi danni e nuove responsabilità” di Paolo Cendon …).